In una società che cambia per stili di vita, per influenze medianiche, per innovazioni tecnologiche continue, anche i bambini e gli adolescenti cambiano. Il tessuto stesso della società in cui i bimbi crescono cambia sia per la sua significativa composizione multietnica, sia per la variegata struttura delle famiglie (è una realtà in crescita quella delle “famiglie fragili”, conflittuali, instabili o disgregate, per separazioni/divorzi).
Solo un bimbo amato e accudito, in quanto i genitori partecipano alla sua vita, la mamma o la nonna (o chi per loro, eventualmente la baby-sitter) gli racconta le fiabe, le filastrocche, gli propone qualche canzoncina, lo coinvolge in qualche preghiera, condivide i suoi giochi con passione, potrà diventare un adolescente e un adulto capace di amare e di prodigarsi in solidarietà sociale.
In questa società del benessere, del consumismo, dei telefonini e dell’elettronica mediatica i bambini potrebbero crescere “televisivi”, potrebbero arrivare a considerare la televisione (TV) come la loro “babysitter elettronica”; i più piccoli potrebbero non distinguere fra mondo reale e mondo virtuale. Dalla TV e dai media (televisione, film, videogiochi, internet) in generale i piccoli apprenderanno, se non adeguatamente educati all’utilizzo degli stessi, anche comportamenti, stili di vita “anticipati” o “estremi” (uso abuso di fumo e alcool, sesso precoce, incitazioni alla violenza).
Questi bambini negli ultimi tre decenni di “progresso” sono cambiati; sono cambiati i loro genitori, è cambiata la società in cui vivono. E’ cambiata la scuola, divenuta multietnica e mediatica-elettronica; è cambiato il rapporto con gli insegnanti e le istituzioni.
Bambini e adolescenti praticano spesso meno sport, socializzano meno tra loro, vivono meno all’aria aperta, giocano e leggono troppo poco con possibili effetti negativi su immaginazione e ideazione. Spesso anche i genitori carichi di impegni e di problemi, indaffarati, intervengono poco sui programmi dei figli, anche per questo candidati ad una TV-dipendenza, di contro a volte ne saturano con eccessive occupazioni il tempo libero.
Nel corso dell’età scolare e l’adolescenza talvolta si impongono modelli esistenziali a rischio, cattivi rapporti con il cibo o alimentazioni squilibrate, foriere di obesità cui contribuiscono sedentarietà e scorrette abitudini alimentari, anch’esse troppo spesso apprese dalla TV e non sempre contrastate dalla famiglia.
I messaggi veicolati dai media stanno esercitando un’influenza sempre maggiore sui comportamenti dei giovani, potendo arrivare a sostituirsi alla famiglia e alla scuola nella costruzione di valori e modelli di riferimento. Questo dipende dalla rilevante quantità di tempo che i bimbi, talora, trascorrono con i media, spesso dai primi anni di vita, con possibili effetti negativi sullo sviluppo funzionale dell’encefalo sui comportamenti e sullo stato di salute.
La TV e internet sono sicuramente strumenti in grado di migliorare le conoscenze dei minori permettendo loro un più facile accesso alle diverse forme del sapere, inoltre possono rappresentare un’importante mezzo per la crescita del bambino e dell’adolescente permettendogli di acquisire una migliore conoscenza del mondo che lo circonda.
Tuttavia è dimostrato che questi mezzi elettronici possono, in caso di eccessiva esposizione, togliere tempo allo studio, determinare uno stato di passività intellettuale con riduzione del piacere per la lettura e, di conseguenza, dell’immaginazione, ridurre la capacità di concentrazione, indurre comportamenti impulsivi. Passare molte ore al giorno davanti a uno schermo, indipendentemente dalla qualità dei programmi visionati, determina: meno attività fisico-sportiva, meno stimoli culturali, e, spesso, anche meno tempo trascorso con i genitori o con gli amici.
Dott. Alberto Chiara
Primario di Pediatria
Ospedale Maggiore di Crema