Poco latte, ancora meno verdura e tanti dolci. E' il quadro che emerge dallo studio condotto dall'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, nell'ambito di un progetto sostenuto dalla Regione Lazio (campione composto da 600 nuclei familiari). I risultati saranno presentati nel corso del convegno "La Prevenzione nutrizionale delle patologie cronico-degenerative dell’adulto, in età pediatrica" che si terrà il 13 maggio prossimo.
Che il rapporto tra i bambini e il cibo non fosse dei migliori è cosa nota. Negli ultimi 10 anni, infatti, l'incidenza di sovrappeso e obesità ha subito un aumento tra il 10 e il 40%. Stando ai dati più recenti, in Italia, negli ultimi 5 anni, gli obesi sono cresciuti del 25%. Il dato che più colpisce è la tendenza dell'esempio alimentare che si ha in casa, rispetto a quello della scuola, della tv o degli amici. Se è infatti vero che il 28% dei bambini assume latte meno di una volta a settimana, la percentuale peggiora negli adulti salendo fino al 35%.
Spesso una cattiva educazione alimentare del bambino è "trasmessa" dai genitori. Mamma e papà possono essere, infatti, i migliori veicoli di uno stile di vita improntato a una sana alimentazione. Il 76,4% di figli sono per esempio disposti ad assaggiare un nuovo alimento, superando anche le resistenze alla novità, se lo ha visto mangiare da uno dei due genitori.
Stando sempre ai risultati dello studio del Bambino Gesù per quanto riguarda i principali pasti quotidiani è la famiglia a determinare in larga misura le abitudini dei bambini, per le merende o, comunque, per l'alimentazione occasionale, è la tv a indirizzare pesantemente le scelte e le voglie (più del 50% dei casi). Tra i prodotti alimentari reclamizzati quotidianamente sul piccolo schermo, sono le patatine (22,9%) e le merendine (20,1%) a fare maggiormente presa sulle menti dei ragazzi. Ma è forte anche l'impatto di gelati (15,7%) e bibite (12,4%).
FONTE:
OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESU'
www.ospedalebambinogesu.it
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