Jane Hightower è un medico, un dottore di famiglia di San Francisco che ha visto i danni del mercurio sui malati in carne e ossa e si è così arrabbiata da diventare, quasi per caso, la paladina di una guerra impossibile contro le multinazionali del mercurio.
La dottoressa Hightower scopre che i suoi pazienti che lamentano diversi disturbi difficili da diagnosticare consumano tanto pesce della Baia. Dopo anni di ricerca conferma che è proprio il pesce l’origine di tutto.
Persino la mitica Food and Drug Administration (Fda), limita parecchio i dosaggi di mercurio nei suoi consigli a donne incinte e bambini, ma purtroppo evita di prendere posizione sul rischio per tutto il resto della popolazione. La Fda non dà un valore soglia.
È ovvio che l'ignoranza o l'omertà degli scienziati sull'affaire mercurio è il bersaglio numero uno della guerra di Jane, che ha raccolto in prima persona decine di dati e preparato diverse pubblicazioni su riviste scientifiche che hanno costretto il governo a rivedere le posizioni ufficiali. «Ora», spiega Jane, «sia l'Epa che il National Research Council hanno preso molto più seriamente in considerazione gli effetti del mercurio sulla salute, e ammesso che non è solo il cervello del feto a risentirne, ma anche quello dell'adulto, e concordano anche sul fatto che ci sia un aumento di rischio di malattie cardiovascolari, di infertilità, patologie psichiatriche e di una serie di disturbi soggettivi ».
A rischio sono soprattutto i pesci più grandi, come il tonno e il pesce spada che accumulano più metilmercurio. «Purtroppo, al momento, il consumatore non ha alcun modo per difendersi», spiega Hightower: «Perché non esiste una legge che obblighi i produttori a indicare sull'etichetta il contenuto di mercurio. Eppure il dosaggio costa pochissimo e potrebbe essere fatto senza difficoltà ovunque». Quindi il mercurio c'è, anche se non ci mettono nelle condizioni di sapere quanto, e fa danni. Secondo Hightower, per questo «chi mangia parecchio pesce deve fare attenzione a sceglierne un tipo che accumuli meno metilmercurio come le acciughe, il salmone e in generale i pesci di taglia medio-piccola».
E’ altrettanto vero che diversi pesci contengono tanti omega 3, antiossidanti che proteggono da diverse malattie, dunque è comunque opportuno consumare 1 o 2 porzioni settimanali di pesce. Che è anche la dose suggerita dalla dottoressa Higtower, per un massimo di 300 grammi a settimana in totale. Non dimentichiamo però che altre fonti di omega 3 sono i cereali, le noci, i legumi e l'olio di lino. Per quanto riguarda le tipologie di cottura più indicate, perché il pesce possa mantenere inalterate le sue benefiche proprietà, le migliori sono sicuramente: al forno, in umido o alla griglia.
Riassumendo:
NO a Pesce Spada, Sgombro, Tonno Fresco, Tonno in Scatola, Marlin, Cernia, Maccarello, Rana Pescatrice, Carpa.
SI (max due volte a settimana) a Trota, Sogliola, Aringa, Acciuga, Merluzzo, Sardina, Nasello, Salmone fresco
Assolutamente SI: I MIGLIORI: salmone in scatola, persico, arsella, gambero e gamberetti.
Per i dettagli:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-ho-vinto-la-guerra-al-mercurio/2069341/12