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DONNA E MAMMA
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Papa'si nasce o si diventa? |
I consigli per vivere al meglio la paternita'del primo figlio |
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La nascita del primo figlio porta a uno sconvolgimento del nucleo familiare perchè il bambino si inserisce come “terzo”, imponendo alla coppia un confronto con un nuovo elemento, fatto di bisogni e caratteristiche proprie.
La mamma è subito implicata nel soddisfacimento dei suoi bisogni primari: questo fa sì che tra la madre e il bambino si instauri un legame particolare e privilegiato, che potrebbe rischiare di diventare esclusivo. Ma si può evitare. Vediamo come.
La presenza del padre consente al bambino di avere esperienze percettive varie (a esempio: le mani del papà che lo toccano non sono come quelle della mamma, così come sono diverse la velocità dei suoi movimenti, la sua voce e il suo aspetto, spesso hanno anche meno ansie e modi più spicci). Dunque l'esperienza sensoriale ed emotiva del bimbo con il papà è differente e arricchente.
E' dunque fondamentale che i papà vengano coinvolti sin dall'inizio: vivere in prima persona tutti i momenti cruciali (la scoperta della gravidanza, del sesso del bambino, l'ecografia, i primi movimenti...), significa cominciare a immaginare l'arrivo del figlio e crearsi desideri e aspettative nei suoi confronti. L'attesa porta infatti alla costruzione di un “bambino ideale” che aiuta a entrare nel ruolo di genitori.
Anche i primi momenti di vita del bambino sono speciali per la costruzione di un buon rapporto con lui: la sua nascita deve essere una festa. Questo implica un forte coinvolgimento anche del padre, che, sin dall'arrivo del piccolo in casa, dovrebbe prevedere uno spazio e un tempo per lui.
Il genitore deve interagire da subito con il figlio, occupandosi di lui anche concretamente (cambio pannolino, nanna, coccole). Questo lo porta ad alleviare la moglie, ma al tempo stesso, favorisce la costruzione di un legame particolare con il proprio figlio.
Entrambi i genitori sono chiamati a porsi in un atteggiamento di totale accoglienza e rispetto nei confronti del bambino: la prima caratteristica si riferisce alla valorizzazione del piccolo per quello che è, con le sue qualità (il bambino “ideale” costruito durante la gravidanza deve infatti rimanere tale e non deve porsi in contrapposizione con quello reale, al punto da pretendere che diventi così).
L'ascolto implica invece un atteggiamento di disponibilità verso il proprio figlio e un totale rispetto dei suoi tempi, ritmi e bisogni.
In conclusione, per rispondere alla domanda iniziale, è difficile affermare se padri si nasca o se lo si diventi con il tempo; possiamo solo dire che in ciascuno di noi c'è una predisposizione a essere o meno genitori e che questa si attiva nel momento in cui si decide di avere un figlio. Una volta che nasce un bambino, però, non bastano i buoni propositi, occorre anche dedicarsi a lui più tempo possibile. Anche per non far sentire sola e affaticare eccessivamente la madre del piccolo.
La domanda iniziale potrebbe quindi essere tramutata in affermazione: padri si nasce e si diventa grazie all'esperienza.
Cristina Colombi
Psicologa
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04/11/2010
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