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DONNA E MAMMA
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Un succhiotto che salva la vita |
Cinque regole d'oro per prevenire la morte in culla |
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Combattere la 'Sids' (sindrome della morte improvvisa del lattante anche detta 'morte in culla') si può.
In Italia ogni anno muoiono nel sonno circa 300 bambini entro il primo anno di vita (la maggior parte però per motivi biologico/genetici).
Per informare le mamme e i papà su cosa si può fare per evitare i casi di 'morte in culla' accidentale, senza patologie pregresse, si è attivata 'Mam Association'.
Nelle neonatologie e negli ambulatori pediatrici d'Italia presto verranno distribuiti opuscoli informativi e saranno organizzati diversi incontri.
Sono cinque le 'regole d'oro' per proteggere il proprio piccolo:
Primo: coricare il bimbo sulla schiena, su un materasso rigido e senza cuscino tradizionale, evitando lenzuola gommose o plastificate.
Secondo: tenere fresco il bebè (la temperatura ideale è 18-20 gradi centigradi).
Terzo: astenersi dal fumo in gravidanza e in presenza del bimbo.
Quarto: non far dormire il neonato nel lettone, dove il rischio di surriscaldamento è maggiore e dove il bebè corre più pericoli, se i genitori hanno aspirato nicotina o bevuto alcolici.
Quinto: nel primo anno di vita offrire sempre il ciuccio al bimbo che viene messo a nanna. "Siamo stati i primi, già 30 anni fa, a proporre l'azione protettiva del succhietto", evidenzia Francesco Cozzi, responsabile della Scuola di specializzazione in Chirurgia pediatrica dell'università La Sapienza di Roma.
Le virtù 'scudo' del ciuccio sono state poi confermate da studi internazionali: consente di evitare un caso di Sids ogni 2.733 bimbi (ostacola il ripiegamento all'indietro della lingua). Il ciuccio 'doc' deve essere adatto all'età del bimbo, con mascherina rigida e tettarella morbida non preformata, e deve portare in confezione il marchio di sicurezza europea EN 1400. Invito sempreverde, infine: via libera al latte di mamma.
Un gruppo di esperti italiani e stranieri e il presidente dell'Associazione Semi per la Sids Onlus, Ada Macchiarini che nel 1993 ha perso un figlio per colpa della Sids, hanno presentato, in un recente convegno a Milano, l'iniziativa. "La morte di un bimbo 15 anni fa era ancora un tabù - ha detto la signora Macchiarini - e la disinformazione su questa sindrome sembrava la norma persino tra i pediatri".
"Oggi comunque- ha aggiunto Raffaele Piumelli, responsabile del Centro regionale di riferimento per lo studio e la prevenzione della Sids con sede all'ospedale Meyer di Firenze - sappiamo che all'origine di questa sindrome ci sono particolari caratteristiche biologiche e genetiche ma anche fattori di rischio epidemiologici a volte prevenibili con le cinque regole".
Campagna di informazione promossa da MAM ASSOCIATION
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11/11/2012
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