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PAPPE E FAVOLE
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Succhi di frutta sani |
Finalmente nuove norme per le etichette |
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Chi mette nel carrello della spesa un succo di frutta deve sapere con precisione cosa sta per bere. Al bando dunque le etichette sommarie o imprecise: se la bottiglietta contiene due gusti, ad esempio è a base di pesca, ma c’è anche un 5 per cento di albicocca, occorre indicarlo chiaramente nel nome. Il succo d’arancia non va allungato con il mandarino, così come accade oggi per alcuni prodotti d’importazione. Addio anche agli zuccheri aggiunti. Solo i ‘nettari’, d’ora in poi potranno essere dolcificati. Le nuove regole, più severe, arrivano dall’Europarlamento, che per fugare ogni dubbio dei consumatori ha deciso di aggiornare la normativa in materia che risaliva a oltre dieci anni fa.
Se il succo è misto. La riforma della direttiva 112/2001, decisa in seduta plenaria, mira soprattutto alla trasparenza degli ingredienti. Le diciture devono riflettere il reale contenuto del prodotto: nel caso la bevanda derivi da un mix di due frutti, in misura diversa, entrambi devono essere menzionati nel nome. Anche se la percentuale di uno dei due è minima, come accade in alcuni casi. Così, se nel tetrapak c’è un 10 per cento di ananas, ma tutto il resto è mango, la scritta sarà ‘Succo e polpa di mango e ananas’, e non solo ‘Succo di Mango’. Il principio vale anche per il succo di pomodoro, fa eccezione solo il limone. Solo se i frutti diventano più di tre, come nei cocktail tropicali, allora è consentito definirlo ‘succo misto’.
Zuccheri? No, grazie. Una delle novità principali riguarda i dolcificanti. Nei succhi di frutta, infatti, non è più consentito aggiungere zuccheri. Diverso il discorso, invece, per i ‘nettari’, a base di purea di frutta con aggiunta di acqua. Questi ultimi potranno ancora essere addolciti, sia con zucchero naturale che con edulcoranti artificiali. A patto però che l’etichetta lo riferisca espressamente. Se un nettare contiene saccarina, ad esempio, non si potrà più scrivere «senza aggiunta di zucchero», per non trarre in inganno i meno informati.
Il caso dell’arancia. L’Ue interviene anche contro la prassi di allungare il succo d’arancia con quello di mandarino. Un malcostume diffuso in Usa e Brasile, che anche all’estero, tuttavia, viene scoraggiato. «Secondo gli standard internazionali, un succo d'arancia può contenere non oltre il 10% di succo di mandarino, che contribuisce al colore e al gusto» sentenzia l’Ue. Perciò tutti i succhi confezionati nei Paesi dell’Unione e in arrivo dagli stati terzi dovranno essere puri per essere venduti come succo d’arancia, o in caso contrario il nome dovrà citare anche il mandarino.
Additivi controllati. Le nuove norme saranno recepite del tutto entro un anno e mezzo. Le confezioni già in vendita o etichettate con le vecchie diciture potranno restare in commercio al massimo fino al 2015. Cambia anche il regime previsto per gli additivi: d’ora in poi ai succhi potranno aggiungersi soltanto vitamine e minerali autorizzati. La Commissione europea, infatti, di recente ha elaborato due regolamenti che rendono più trasparente l’uso di tali sostanze. Il primo regolamento, che sarà applicato a partire da giugno 2013, fissa un nuovo elenco di additivi alimentari, consultabile anche online da parte di consumatori, addetti al settore e autorità di controllo. Il secondo, in vigore da quest’anno, prevede un elenco degli additivi ammessi negli ingredienti degli alimenti.
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27/01/2012
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